In Uscita l'11 Novembre Il Nuovo Album di Enrico Bracco "Flying In A Box"
Il cosiddetto Jazz Italiano – sarebbe meglio usare la dizione di “jazz suonato in Italia” – ha perso, da un po’ di tempo, buona parte del suo appeal mediatico. Certo i nostri connazionali sono, tra i musicisti di jazz, quelli che maggiormente si distinguono per un approccio melodico sofisticato e anche per un certo tipo di linguaggio in cui si fa sentire forte l’influenza del melodramma o comunque di una cantabilità spiccata che in molti casi riesce a salvare situazioni altrimenti difficili da imporre all’attenzione di un mercato che, oggi più che mai, si fa sempre più complicato da gestire. E se un po’ di tempo fa in tutta la penisola, da nord a sud, riuscivano ad imporsi personalità in cui il jazz si mischiava a caratteristiche territoriali contingenti (il jazz, si sa, è una spugna, che assorbe tutto quello con cui viene a contatto) oggi è Roma a rappresentare, con i musicisti del suo milieu, buona parte della creatività improvvisativa che caratterizza da sempre questa musica. Ed è una creatività che pesca a piene mani in un modo di suonare che si fa fortemente influenzare dalla mentalità che detta legge a New York e, di conseguenza, in tutto il mondo: farsi le ossa sulla tradizione cercando di sviluppare la propria personalità ma senza scantonare da certi dettami che da sempre fanno parte delle “regole” – se così possiamo chiamarle – dell’idioma afroamericano, e quindi lo swing e il groove. Il nostro catalogo prende spunto da questo vivaio e oggi si arricchisce di una nuova presenza, quella del chitarrista Enrico Bracco un signore che vanta un curriculum di tutto rispetto con esperienze in cui la musica va a braccetto con il teatro, il cinema, la televisione. Questo è il suo quinto disco da leader e il suo flirt con la mentalità statunitense è da subito ben evidente non solo nella musica ma anche nella scelta dei collaboratori come quelli coinvolti nel quintetto che ha contribuito a realizzare “Flying In A Box”, un lavoro in cui l’amore per la melodia e la conoscenza del lessico del jazz vanno insieme, in una maniera molto vicina a quella cosa che tutti siamo abituati a chiamare “equilibrio”. Sono il fiore all’occhiello del jazz peninsulare moderno: Daniele Tittarelli al sax alto, Pietro Lussu al pianoforte, Giuseppe Romagnoli al contrabbasso, Enrico Morello alla batteria.