Plastic Estrogenus è il secondo album del sassofonista e compositore Gianluca Vigliar, in uscita il 29 novembre per l’etichetta pugliese A.MA Records
Si tratta di un’opera frutto di una accurata ricerca sonora e timbrica: come aveva già sperimentato nel suo primo disco con le particolari sfumature del sound del quartetto pianoless, in questo caso il leader sceglie una formazione caratterizzata dal suono di uno strumento armonico molto particolare: il vibrafono di Andrea Biondi.
In continuità col primo album Vigliar è sempre affiancato da Francesco Fratini alla tromba e dalla sezione ritmica composta da Luca Fattorini al contrabbasso e da Marco Valeri alla batteria.
Nella musica del disco, 7 tracce originali composte da Vigliar ad eccezione di un brano, si respira equilibrio tra i momenti improvvisativi e le parti tematiche e una tendenza a creare un dialogo intenso tra tutti gli strumenti; mentre in tracce come Loopy e Mainors si aprono dei passaggi improvvisativi collettivi in cui emerge un forte interplay, in Apokalypto invece sono in evidenza gli scambi tra i due fiati.
Il vibrafono è sicuramente uno strumento dal carattere decisamente ipnotico, magico ed enigmatico e in brani come Mainors o Plastic Estrogenus o Julaya, la scelta di colori armonici dissonanti o di scelte armoniche non scontate sembra riflettere proprio il messaggio di inquietudine dell’autore del disco.
In un momento in cui la plastica è al centro di tutti gli oceani, un disagio quindi proveniente dall’esterno, il compositore vuole rivolgere l’attenzione ai problemi più insidiosi che queste sostanze (i famigerati xenoestrogeni provenienti dalla plastica e da altri prodotti) provocano all’interno del corpo umano come spiegato dal testo all’interno del disco. Album che si chiude sulla nota positiva di Suerte! dove traspare lo spirito propositivo del compositore nel diffondere questo messaggio di consapevolezza nella speranza che si avveri in futuro un cambiamento.