Se dovessimo oggi stabilire le coordinate della musica più up to date del momento, il cosiddetto “cosmic groove” (o spiritual jazz che dir si voglia) dovremmo ripercorrere a ritroso un periodo – quello a cavallo tra la seconda metà degli anni sessanta e la prima metà dei settanta – in cui i germogli di un miscuglio di psichedelia, spiritualità, jazz, rock, soul, funk e chi più ne ha più ne metta, furono piantati all’interno di un terreno di coltura in cui stavano fermentando grossi sommovimenti sociali e culturali. Il cosmic groove ha la sua ragione d’essere in un melting pot di influenze latine, africane, brasiliane, asiatiche e indiane ed è una musica che cerca connessioni, un tutt’uno tra corpo, mente e anima. Provate ad ascoltare uno qualsiasi dei dischi incisi da Pharoah Sanders in quegli anni, titoli come ”Izipho Zam”, “Karma”, “Jewels of Thought”, “Summun, Bukmun, Umyun”, “Thembi”, “Black Unity”, “Elevation”, vi troverete religiosità, sperimentazione musicale, intrecci tra jazz modale, blues, gospel, tradizione indiana, poliritmia africana, bebop. Vi troverete un mondo coinvolgente e affascinante. E’ quello il mondo a cui si riferisce l’ucraino (di nascita, ma serbo di adozione) Max Kochetov. Sassofonista capace, profondo conoscitore del linguaggio dell’idioma afroamericano, ma soprattutto musicista dalla mentalità aperta e abile compositore, Kochetov in questo lavoro ci presenta una suite di 40 minuti concepita come un flusso continuo di emozioni a corrente alternata. C’è Coltrane e il suo sguardo verticale in questo flusso, c’è l’immersione all’interno di un mondo oggi dai più dimenticato (ma tornato, per fortuna, a mietere vittime presso i cultori di quello che continuiamo a chiamare jazz), c’è soprattutto la voglia di confrontarsi con una musica fortemente collegata ai tempi durissimi che stiamo vivendo, una sorta di evasione interiore dalla realtà che tutti stiamo attraversando, qualcosa in più di una semplice tendenza musicale. Abbiamo deciso - perdonateci - per una questione di opportunità commerciale, di dividere questa suite in otto brani distinti che però – ve ne accorgerete – funzionano come un tutt’uno nella loro sequenzialità. Max Kochetov e i suoi compagni d’avventura, con “Altered Feelings”, (il terzo episodio della sua produzione discografica) è un punto di vantaggio per noi, in termini di intensità musicale, e, soprattutto, è un'altra importante pubblicazione che arricchisce il catalogo A.MA Records