Gianluca Vigliar, Plastic Estrogenus , A.MA Records/Goodfellas, 2019
Discorso aperto per Plastic Estrogenus del Gianluca Vigliar Quintet, un grido d’allarme per l’inquinamento della plastica che soffoca il mare e ogni fonte d’equilibrio del nostro sistema. E val bene la pena di ricordarlo, bravo Vigliar!
Composizioni originali in un Jazz interessante e lucido, votato alla modernità del Suono, dedito alla condivisione, al progressivo disvelamento di pentagrammi redatti per ampliamenti solisitici, per fraseggi astratti ed intensi di un sax che, come quello di Vigliar, percuote l’emozione in modo forte grazie ad accompagnamenti a base di patterns ritmici animosi che creano una rete di figure diverse sotto gli assoli dei coabitanti del pianeta jazz invitati a colorirne i centri armonici e di pensiero.
Molto efficaci in tal senso le libertà espressive di Francesco Fratini alla tromba, Andrea Biondi al vibrafono (intelligente protagonista di numerosi excursus), Luca Fattorini al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria, come nella distonica memoria aurea di Julaya, nella solidità tinta di free di Apokalypto e nel meditativo di Suerte!, passaggio conclusivo di un album dalle coordinate contemporanee anticonvenzionali e ammirevoli per nitidezza e passione ad opera dell’ingegno dell’eclettico sassofonista romano.
Fabrizio Ciccarelli