Spesso le categorizzazioni sono frutto della fantasia di alcuni critici musicali. Ma la “Serbian wave” del jazz, ottimamente presentata e sostenuta dall'etichetta A.MA Records di Antonio Martino, è una realtà in grado di produrre una musica fresca seppur debitrice della grande tradizione americana. La pianista Irina Pavlovic si inserisce perfettamente in questo movimento con un disco che omaggia il soul jazz anni 60 attraverso sue composizioni che riecheggiano le atmosfere di Horace Silver e, a tratti, del Mingus di capolavori quali “Ah-um” e “Blues & Roots”. In questo viaggio la accompagnano la tromba di Ivan Radivojevic (già apprezzato leader nel disco “In plain view”, pubblicato dalla stessa etichetta), il sax tenore di Rastko Obradovic, il contrabbasso di Milan Nikolic e la batteria alternata tra Dusan Novakov e Luka Jovicic. A conferma del legame tra la scena serba e gli Stati Uniti la presenza di ospiti quali Corey Wilcox al trombone e Dean Bowman che presta la sua calda voce alla title track. Ma non si tratta di una operazione derivativa e piegata sul passato in quanto il talento dei musicisti serbi permette di cogliere una “eredità piena di sentimento” e trasformarla in un buon prodotto contemporaneo. E nel brano “Our tree”, che chiude questo riuscito lavoro, la Pavlovic si esibisce solitariamente al piano elettrico aggiungendo un tocco di introspezione ad un disco pieno di soul e blues.