Ipocontrio Continuum

Recensione su Salt Peanuts 16, luglio, 2016

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Continuando a suonare jazz. A parlare di jazz. A fare jazz. Oppure continuando a suonare, parlare, fare. Il continuum è opinabile e differente, dipende dall’uso che ognuno ne vuole fare. Che sia spazio temporalmente determinante o no, poco importa. L’importante è continuare.

Partite da questo pensiero, prendetevi un po’ di tempo per voi e ascoltate Continuum degli Ipocontrio, uno degli ultimi nati in casa A.MA Records.

Spazi aperti e sonorità definite con una tecnica impeccabile. Un collettivo organizzato ma anche magmatico, sonoricamente presente e alle volte destabilizzante. Continuum ha un’apertura totale, trascinandoti in linguaggi che ogni componente del trio formato da Bruno Salicone al pianoforte, Francesco Galatro al basso e Armando Luongo alla batteria (per l’occasione tramutatosi in quintetto con Alessandro Presti alla tromba e flicorno e Daniele Scannapieco al sax tenore), ha elaborato con una tecnica impeccabile. Dall’apertura del suono totale si passa ad atmosfere che fanno sentire intimi con se stessi, come si può essere intimi con un suono fin troppo introiettato come quello delle spazzole o del charleston.

Una concezione dello spazio sonoro non nuova ma diversa, proprio perchè forse nuova non lo vuole essere affatto. Come se il continuum stia proprio nel riprendere il filo del buon jazz, quello con lo swing dentro e risuonarlo con giovani dita, pregne di nuovi significati che non si sono ancora disvelati. O forse si disvelano segretamente ad ognuno di noi. Lo si riesce a capire perfettamente sentendo Mr P.C. con queste accelerazioni improvvise, stop e riprese nel tema, cambi ritmi perfettamente giostrati tra il trio e la tromba di Presti.

In uno spazio-tempo che perde le caratteristiche solite e ne assume di personali, il Continuum di linguaggi, fraseggi, sonorità e sensazioni viene mischiato a proprio piacimento da chi ascolta per restituire un quadro ogni volta diverso.

Lasciarsi andare, semplicemente. Forse è questa la chiave per continuare.

Federica Di Bari